Come entrare visivamente nei luoghi cantati da Springsteen? Ci hanno provato Daria Addabbo con le sue fotografie e il giornalista Gino Castaldo con le sue parole.
This hard land è il titolo di un brano di Bruce Springsteen. Da qualche giorno anche quello di un libro nato dalla collaborazione tra la fotografa Daria Addabbo e il giornalista musicale Gino Castaldo.
Lei con i suoi scatti e lui con le sue parole hanno unito le rispettive forze e competenze per tentare di raccontare la poetica di quei luoghi attraverso cui il Boss, nelle sue canzoni, ha dato vita ad una precisa iconografia.
“Sulle strade di Springsteen” è il sottotitolo del volume – sebbene, tra scorci urbani, uomini, donne, bambini e anziani non si trova neanche una foto del cantautore del New Jersey. Viene semmai evocato attraverso le immagini di quei territori da lui cantati per dipingere l’America contemporanea nella sua personale visione.
Ogni capitolo riprende citazioni oppure tematiche dell’immaginario springsteeniano, vere tappe che segnano questo ideale iter paesaggistico: da My Hometown a The Promised land, passando per il lavoro, l’amore, la notte, la strada e infine il sogno.
Si scopre così uno Springesteen che, a dispetto della sua immagine di eroe luminoso, ambienta molte delle sue canzoni nell’oscurità o di notte. Quella notte in cui ha sempre vissuto cantando ed esibendosi, senza aver mai aver esercitato “un lavoro vero”.
Eletto working class hero senza mai esserlo stato ma da sempre cantore della vita di strada, anelando la terra promessa, metafora di quel sogno americano tanto vivo nelle sue liriche.
In un’era 2.0 in cui tutto è facilmente reperibile sulla vita o sulle esibizioni di Springsteen ecco un libro che, in oltre 130 pagine, ha il merito di calare in una visione poetica – magari con uno dei suoi album in sottofondo – che altrimenti difficilmente si potrebbe cogliere. A meno che non ascoltiate i dischi di Springsteen viaggiando in auto per quei luoghi.