Conosciamo meglio il giovane cantautore romano, al suo esordio sul palco del Teatro Ariston del Festival di Sanremo tra le Nuove Proposte
Tra gli otto protagonisti delle Nuove Proposte di Sanremo 2018 ci sarà anche Niccolò Moriconi, alias Ultimo, ventiduenne che si appresta a debuttare sul palco del Festival con “Il ballo delle incertezze”, un brano che affronta la tematica dell’esclusione e parla degli emarginati. Uno dei migliori pezzi in concorso quest’anno, tant’è che il testo è stato insignito del prestigioso Premio Lunezia.
Ciao Niccolò, benvenuto su Musica361. Il Festival di Sanremo può rappresentare sia un punto di partenza che un punto di arrivo. Per quanto ti riguarda, con quale spirito affronti questa esperienza?
Per me rappresenta assolutamente una partenza, senza nulla togliere al percorso che ho fatto fino ad adesso per niente scontato, nel senso che con il mio team di lavoro abbiamo creato qualcosa di nuovo, partendo da zero. Questa esperienza per me è l’amplificazione di un qualcosa che già esiste, di un progetto ben definito.
Secondo te, quanto incide al Festival il contesto mediatico e televisivo sulla canzone?
Per fortuna credo che Sanremo sia una delle poche manifestazioni rimaste dove la musica si fa ancora rispettare, a differenza di molte altre vetrine, soprattutto quelle televisive. Qui la musica è considerata ancora la cosa primaria.
Chi è la persona che più ti ha supportato, o se vogliamo anche sopportato, nel tuo percorso verso Sanremo?
Sicuramente il mio manager James Honiro, è stato il primo a credere in me, anche quando nessuno avrebbe scommesso nulla. Poi ci sono tante altre persone che hanno contribuito alla mia crescita artistica, li ringrazio tutti indistintamente.
Qual è l’aspetto che più ti affascina di questa manifestazione e, se c’è, cosa cambieresti?
Bella domanda, in assoluto mi piace l’attenzione che si ripone nei confronti della musica. Cosa cambierei? Beh, ad esempio, io sono favorevole alle eliminazioni, perché credo che un concorso abbia bisogno di colpi di scena e un po’ di pepe, lo dico anche contro me stesso e la mia categoria, in fin dei conti vincere o perdere non è poi così importante.
Per un giovane come te, quanto conta ancora puntare sul Festival?
Tanto, soprattutto perché a differenza di chi partecipa ad un talent non sei marchiato a fuoco e non vieni considerato figlio di un format. Sanremo ti da la possibilità di passare, fare la tua performance e di proseguire la tua strada, come in una casa che possiede sia una porta di entrata che una di uscita. Da Modugno a Tenco, da Vasco a Renato Zero, dall’Ariston sono passati tutti e questo non può che onorarmi.