Nelle nuove canzoni di Vasco Rossi ed Enrico Ruggeri suonano strumenti veri, con voci inconfondibili e ineguagliabili. E non puzzano affatto di naftalina…
Nella nuova settimana musicale, riecco Vasco Rossi ed Enrico Ruggeri. Tra i singoli usciti il 21 ottobre, quelli del Blasco e del Rouge sono indubbiamente i più attesi, a conferma di un modo di comporre e interpretare canzoni che si rivela sempre intramontabile. Fa un certo effetto ammettere che oggi Vasco e Ruggeri facciano parte soprattutto dei gusti delle due generazioni precedenti a quella più giovane. Loro, moderni e anticonformisti per eccellenza, sebbene in modi diversi, sono diventati i cantautori punto di riferimento di chi non ne può più della trap, autotunes e musiche campionate. Poi li fai ascoltare ai ragazzini, abituati a ritornelli senza alcuna poesia, e (sorpresa!) ti accorgi che piacciono ancora. Allora è vero, la buona musica non ha età: bisogna solo avere il coraggio di educare i più giovani a conoscerla con calma, lasciando alla trap la rapidità di essere consumata con una scadenza ormai prossima.
Quando escono nuovi brani di Vasco Rossi e Ruggeri, non esiste dubbio sulla loro qualità: c’è solo da chiedersi se si tratterà di canzoni rock o di romantiche ballate. Andiamo a scoprirle insieme.
Si intitola Patto con riscatto il pezzo con cui Vasco Rossi torna alla ribalta in questo 2022.
La canzone è tratta dal suo album dello scorso anno, Siamo qui, e anticipa l’uscita di un libro e di Vasco Live Roma Circo Massimo, docufilm sul concerto registrato qualche mese fa, tra pochi giorni al cinema.
Patto con riscatto racconta di due persone che non vogliono pensare alle conseguenze delle loro azioni, per godersi il momento. Inutile farsi tante domande, chiedersi se quel che è stato realizzato sia giusto o se si potesse fare meglio: quello che è fatto è fatto. Se qualcosa non ha rispettato le aspettative, pazienza: ci si riscatterà la volta successiva.
In fondo è un po’ questa la filosofia di Vasco Rossi, da sempre.
Vietato chiedere il permesso ad altri: quel che facciamo deve innanzitutto convincere noi stessi e, se ci diverte, meglio non rinunciarvi. Quando non c’è nulla da perdere, bisogna approfittarne. Un tempo questo modo di cantare rappresentava la trasgressione assoluta, oggi è un manifesto di libertà in mezzo a tanti personaggi omologati che, mentre si copiano vicendevolmente gli stili artistici, sono schiavi del pensiero altrui e dei relativi likes sui social.
La canzone di Vasco è un piacevole pop rock, di cui si può ben intuire la prosecuzione dopo le prime strofe. Diranno quello che vogliono, ma è bello ritrovarsi nei gusti di quei cantautori che hanno inventato loro stessi un genere.
Proprio come succede con Enrico Ruggeri, che pure sa sempre emozionare e scovare musiche e parole sconosciute alla banalità.
La sua canzone, Non sparate sul cantante, è una ballata rock, scritta con Massimo Bigi, scandita da un ritmo inconfondibile che identifica il suo autore e nessun altro. Entra nelle orecchie per finire sulla bocca di chi ascolta in meno di trenta secondi: statene certi, rimarrà per parecchio dentro di voi e sarete sicuri di essere in buona compagnia.
Le prime note sono un omaggio ai film western e alle celebri colonne sonore di Morricone (e non solo lui). Lunghi accordi di chitarra, separati da un’atmosfera di attesa, introducono questa canzone tratta dall’album La rivoluzione. Dopo un inizio che sembra quello del Ruggeri più lento e melodico, ecco il ritmo incalzante della sua anima rock. Ma non meno poetica e profonda.
Il brano, infatti, racconta di un musicista, biasimato e umiliato e ora vittima di una sparatoria sul palcoscenico. Si tratta di una metafora, che parla di un tempo che corre veloce per dimenticare in fretta il passato. Dobbiamo prendere spunto da questa canzone: non vergogniamoci di fare ascoltare questa bella musica a chi ci parla di trap come se stesse raccontandoci Proust.
Basterebbero le prime parole a giustificare l’importanza filosofica di questo pezzo: Un uomo dovrebbe esser così grande da capire quanto è piccolo.
Se a dirlo è un grande cantautore come Ruggeri, forse è il caso che la musica si faccia un bagno di umiltà e comprenda quale sia la strada da seguire. Forse è meglio davvero non sparare sui cantanti, almeno non su quelli che, come Vasco ed Enrico, permettono di proseguire la nostra tradizione musicale italiana.
E siccome anche le classifiche Fimi hanno un loro significato, è bello rilevare questo avvicendamento tutto tricolore di musica di qualità, ai primi posti dei singoli più venduti. I Pinguini Tattici Nucleari tornano a comandare l’hit parade con la loro Ricordi, davanti a The loneliest dei Maneskin. Il duello autunnale sembra essere chiaro, tra due band completamente diverse, ma identicamente sorprendenti. Una rivalità divertente e curiosa, dove l’amore per uno non esclude quello per l’altro. Proprio come con Vasco e Ruggeri, Maestri di poesia rock italiana da non smettere di far conoscere ai più giovani. Anche perché, basta avvicinarsi per scoprirlo, profumano ancora di nuovo: l’odore della naftalina non gli appartiene di certo.