I fan di Virginio ci raccontano di quella volta che con “Parole liberate” hanno superato muri e barriere, insieme alla musica e naturalmente insieme a Virginio
Il Virginio Official Fanclub ci parla di Carlo Conti, Sanremo (il Festival della musica italiana può essere galeotto, in varie forme e maniere) e di un premio, tutti argomenti di cui spesso scriviamo su queste pagine. Stavolta però tutto questo ha portato Virginio a partecipare a un’iniziativa speciale, che sposta l’attenzione verso gli altri, oltre le barriere.
Dopo il 1 febbraio del 2015 (di cui abbiamo parlato nel precedente articolo) il Fanclub è stato protagonista di diverse iniziative. Tra quelle più importanti non possiamo dimenticare l’iniziativa a favore di “Parole Liberate: oltre il muro del carcere”.
Ma che cos’è “Parole Liberate” e cosa ha che fare con i virginauti?
“Parole liberate: oltre il muro del carcere” è un’iniziativa unica e mai tentata prima in Italia, nata nel 2014 da un’idea dell’autore Duccio Parodi e successivamente sviluppata insieme al giornalista e scrittore Michele De Lucia e all’attore Riccardo Monopoli. L’idea è quella di un premio per poeti della canzone riservato esclusivamente alle persone detenute nelle carceri italiane.
Ebbene nel corso del Festival di Sanremo 2016 Carlo Conti (conduttore del Festival in quell’anno), di fronte a 12 milioni di telespettatori lanciò un appello a favore del progetto musicale chiamato appunto “Parole liberate: oltre il muro del carcere”. L’appello consisteva nel cercare un’artista che musicasse il testo di Giuseppe Catalano, detenuto, all’epoca, preso il carcere di Opera (Milano) e vincitore della seconda edizione del premio Parole Liberate.
L’appello è stato colto da Virginio, artista che noi fan abbiamo imparato ad apprezzare non solo per il suo talento musicale ma anche per la sua sensibilità umana e per l’attenzione rivolta al mondo del sociale.
Ed è stato così che “P.S. Post Scriptum” di Giuseppe Catalano – vincitore della seconda edizione del Premio – è stata musicata da Virginio.
Dopo la presentazione ufficiale a Roma presso la Camera dei Deputati, il 15 giugno del 2017 il Fanclub ha raggiunto Virginio presso l’urban Center di Milano dove si è svolta alla presenza del Sindaco della città, Giuseppe Sala, e dell’Assessore Lipparini, la premiazione dei vincitori del contest “Parole Liberate”, occasione in cui Virginio ha presentato per la prima volta al pubblico il brano “P.S. Post Scriptum”, nata appunto dal testo dell’allora detenuto del carcere di Opera, Giuseppe Catalano.
Il Fanclub ha vissuto davvero un momento emozionante. Ascoltare un brano per la prima volta in assoluto dal vivo non è una cosa che capita tutti i giorni e vedere quanta valenza ed importanza abbia questo stesso brano nella vita di persone concrete è stato davvero importante per ognuno di noi. La realtà del carcere è una realtà lontana dalle vite di tutti noi, ma con questo impegno di Virginio ognuno di noi ha potuto fare delle riflessioni molto importanti. Saremo sempre grati a Virginio che con la sua musica riesce a farci entrare in contatto con la vita reale di tante persone.
Siamo rimasti così colpiti dalla passione con la quale Virginio ha aderito a questo progetto che anche come Fanclub abbiamo voluto dare il nostro apporto. Ed è così che durante la manifestazione abbiamo donato un assegno all’associazione che organizza il premio per contribuire fattivamente a questo progetto nel quale Virginio ha creduto fermamente.
PS POST SCRIPTUM
(G. Catalano – Virginio)
Amami
Come ami il tempo in cui leggevo
poesie
Quando la luna stende il bianco
Sull’asfalto e ci invita a seguirla così
L’auto va
Scivola dentro quella luce calda
Dove mi perdo nel silenzio
Della notte
E tutto svanisce così
Quanto mi pesa quanto
Sacrificare il tempo
Che non ci aspetta
Ma si aspetta qualcosa da noi
Ferma quell’attimo e poi
Socchiudi gli occhi
E ritroverai
Quel che penso
Così intenso
Flebile chiarore che
Invade la stanza
Dove vedo te
Nel buio spesso
Di me stesso
Perdo qui
I miei pensieri di rugiada e nebbia
Oltre quel muro che rimane
Senza tempo
E che vedo svanire così
Quanto mi pesa quanto
Giustificare il tempo
Che non ci aspetta
Ma si aspetta qualcosa da noi
Ferma quell’attimo e poi
Socchiudi gli occhi
E ritroverai
Quel che penso
Così intenso
Flebile chiarore che
Invade la stanza
Dove vedo te
Nel buio spesso
Di me stesso
Amami
Come ami il tempo in cui leggevo poesie
E mi perdevo nel silenzio denso
Delle parole che volano
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