Vocal Blue Trains realtà poliedrica che sposa l’impronta corale del gospel e della polifonica tradizionale
I Vocal Blue Trains sono un gruppo vocale polifonico di 30 cantanti e musicisti, che comprende tenori, baritoni, alti, contralti e soprani, fondato e diretto da Alessandro Gerini, cantante, vocal coach e arrangiatore italo-polacco.
Una realtà poliedrica che sposa l’impronta corale del gospel e della polifonia tradizionale con le moderne sonorità della musica elettronica e dell’ambient house.
Dal loro album omonimo (2022) sono stati estratti tre singoli, cover di celebri brani internazionali: “Hotline Bling” di Drake, “Hallelujah” di Leonard Cohen, “Cry me a river” di Justin Timberlake.
Queste tre nuove versioni rispecchiano l’identità musicale dell’ensemble toscana che è quella di voler avvicinare l’impronta del mondo corale a quella dell’indie rock elettronico.
Ascoltando “Hotline Bling”, uscito lo scorso 27 gennaio, è da subito evidente che ci troviamo di fronte ad un esperimento coraggioso: abituati alle sonorità marcatamente hip hop della versione originale, in questo caso veniamo immediatamente trasportati in un rarefatto ambiente dalle tonalità new soul.
La voce della cantante solista introduce il tema della canzone catturando l’ascoltatore con un timbro e una sensibilità che nulla hanno da invidiare alle grandi interpreti d’oltreoceano
ed il coro accarezza la melodia con dei tappeti vocali suggestivi e dai tratti gospel, il tutto incalzato da un arrangiamento strumentale elettronico che dona a questa cover un senso di completa e contemporaneità assolutamente inedito, soprattutto se immaginato in un contesto di musica corale.
Lo stesso Alessandro Gerini si è così espresso sul nuovo brano: “Abbiamo scelto un videoclip semplice e minimale, dalle tonalità underground ma al contempo ordinato e geometrico nei suoi contrasti.
Il nostro obiettivo era quello di riuscire a rendere sia sonoramente che visivamente il nostro stile musicale, ossia quello di un progetto che cerca di fondere l’identità gruppo vocale con quella della band indie con un sound che potremmo definire un “gospel elettronico contemporaneo”.
“Hallelujah” è forse uno dei brani che è stato reinterpretato più volte nella storia della musica
La versione del coro toscano riesce comunque a suonare inedita: l’intro “a cappella” dal gusto polifonico apre la strada alle due morbide voci dei solisti che ne accarezzano la conosciutissima melodia mentre un arpeggiatore dal gusto marcatamente indie ritocca il brano con sapienti pennellate di cornice, imboccando da subito una sonorità più elettronica creando un dialogo tra gli strumenti, le voci dei solisti e del coro che ormai potremmo definire il tratto distintivo del progetto stesso.
“Cry me a river” rappresenta una sfida in termini di sonorità. Grazie alla tecnica del “cut up”, l’ascoltatore viene trasportato all’interno di un mosaico di ritmi e suoni ordinatamente scomposto.
Il brano viene reinterpretato mescolando toni e ritmi che richiamano al mondo del trip hop e dell’ambient house: gospel elettronica ed un tocco di rap per una versione assolutamente inedita.
Intervista a Lucia Agostino dei Vocal Blue Trains a cura di Domenico Carriero e Vincenzo Salamina