Waka Waka, il tormentone di Shakira in Sudafrica

Waka Waka, il tormentone di Shakira a Sudafrica 2010
Il titolo appariva buffo, ma Waka Waka era una canzone dal forte significato morale. E a lanciarla, in realtà non fu Shakira nel 2010. La canzone era della seconda guerra mondiale…


Continuiamo il nostro viaggio nella storia musicale dei Mondiali con Waka Waka…


Come dimenticare Waka Waka, il brano con cui Skakira fece impazzire il mondo nel 2010? Era l’anno dei Mondiali in Sudafrica. L’Italia di Marcello Lippi partiva tra i favori del pronostico insieme alla Spagna e al solito Brasile. Dopo la fase di qualificazione superata brillantemente, però, gli azzurri si fermarono al girone eliminatorio, battuti dalla Slovacchia. La Spagna, già Campione d’Europa, si laureò Campione del Mondo vincendo contro l’Olanda e confermando un periodo di grazia. Il grande clima di festa e di unità internazionale, che avvolge tradizionalmente tutti i Mondiali, quell’anno era più intenso. Merito dell’organizzazione africana, che seppe trasmettere un vero messaggio di fratellanza. Proprio come faceva la stessa Waka Waka di Shakira. Ma andiamo con ordine e proviamo a ricostruire la storia musicale di quel Sudafrica 2010.

In questa nuova puntata di MusiCalcio, quindi, ripartiamo da Waka Waka.

Letteralmente significa “Fai Fai”, che potremmo tradurre anche con “Vai avanti”. Insomma un’incitazione comunque a non fermarsi. Sulla ripetizione della parola non c’è da stupirsi: era d’altronde il Mondiale in cui venivano inneggiati i nazionali sudafricani, chiamati Bafana Bafana. E poi in effetti, cosi, il messaggio sembrava più forte. Non solo: la stessa canzone avrebbe potuto diventare più facilmente un tormentone, proprio come era accaduto alla celebre Wherever whenever di Shakira. Quello che forse non tutti ricordano, tuttavia, è che Waka waka non è nata nel 2010, ma addirittura durante la seconda guerra mondiale. Si trattava di un ritornello cantato tra i soldati camerunesi per farsi forza dopo la chiamata alle armi. La loro presenza in battaglia era giustificata dal dovere di difendere il proprio territorio, senza guardarsi indietro. Nel 1986 il ritornello Waka Waka venne ripreso dai Golden Sounds, che incisero il brano Zangalewa.

Così, nel 2010, Shakira e John Hill riscrissero Waka Waka basandosi proprio sul ritornello dei Golden Sounds.

Certo, la battaglia di cui si parlava -quella calcistica- era ben diversa, ma comunque pur sempre di una fatica fisica si trattava. Così, puntando sui valori cari all’Africa (solidarietà e forza di rialzarsi immediatamente dalle difficoltà) ecco arrivare il nuovo Waka Waka. Ritmo molto più coinvolgente e dinamico, il brano venne suonato con chitarre sudafricane e altri strumenti africani e colombiani, in onore della cittadinanza della stessa Shakira.

Fu subito un successo. In Italia la canzone raggiunse subito la vetta dell’hit parade, restandoci per quattro mesi e facendo ballare per l’intera estate. Merito anche di quel videoclip che coinvolgeva tantissimi calciatori e che iniziava proprio con il rigore di Fabio Grosso ai Mondiali 2006. Anche in quell’anno, il primo del declino mondiale del nostro calcio, c’era dunque ancora una sferzata d’orgoglio azzurro. Tutti cantavano Waka Waka, ossia “Non fermarti alle difficoltà, non aspettare in fila perché è già questo il tuo momento”.

C’era poi, anche nel 2010, oltre al brano pop (o meglio, hip hop in questo caso) anche un inno ufficiale.

Si trattava di Wavin’ Flag. La canzone, del rapper somalocanadese K’naan, fu incisa l’anno prima per essere scelta poi dalla Coca Cola come brano ufficiale della promozione in Sudafrica. Venne quindi riadattata nel testo, aggiungendo oltre 50 tamburi che creavano maggiormente l’atmosfera del Sudafrica. Si raccontava proprio dei Mondiali come della manifestazione in cui tutti i Paesi mettono da parte i loro conflitti e i pensieri politici. Ci si concentra solo sulla festa sportiva. Tanto ritmo incalzante anche in questa canzone che, naturalmente, fu tradotta in diverse lingue, raggiungendo le vette delle classifiche.

E in Italia? Ci sedemmo sugli allori.

Dopo la vittoria di quattro anni prima, Marcello Lippi convocò alcuni giocatori già stanchi e ormai invecchiati, più per una questione di riconoscenza. Chissà, magari anche di scaramanzia, anche se nessuno potrebbe mai ammetterlo. Fatto sta che anche per quel che riguarda la musica, riciclammo praticamente tutta la produzione che ci eravamo creati nel 2006: da Cuore azzurro a Siamo una squadra fortissimi. Fino naturalmente all’immancabile Po Po Po Po Po Po che, a pensarci bene, da quando abbiamo iniziato a cantarlo dopo la finale di Berlino non ci ha mai più visti protagonisti positivi a un Mondiale…

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Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi
Massimiliano Beneggi, laureato in filosofia con una tesi sulla comicitá contemporanea riletta attraverso Bergson e Freud, è appassionato di musica e teatro. Racconta con rigore aneddotico la storia del Festival di Sanremo e della musica italiana, suggerendo ogni volta spunti filosofici e inediti.
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