Quattro chiacchiere con l’artista in uscita con il suo secondo disco, il primo completamente in italiano, intitolato “Milano parla piano”
Tempo di nuova musica per Marco Zitelli, meglio noto con lo pseudonimo di Wrongonyou, artista che abbiamo conosciuto in occasione della pubblicazione del suo precedente progetto “Rebirth”. Si intitola “Milano parla piano“ il suo secondo lavoro in studio, pubblicato da Carosello Records lo scorso 18 ottobre, il primo cantato interamente nella sua lingua madre.
Dall’inglese all’italiano, un passaggio difficile?
Il lavoro vero è stato mantenere la stessa identità e originalità che avevo prima, la cosa difficile è stata riuscire a riportare la mia vocalità come accadeva con l’inglese, perché l’italiano ha parecchie parole troncate e all’inizio non mi riconoscevo ascoltandomi. La vera ricerca è stata sui vocaboli, sulle parole, molto più che sulla musica.
Quali ascolti hanno segnato e influenzato il tuo precorso?
Mi sono sempre concentrato sulla musica straniera, ho avuto il mio periodo metal ma anche quello legato ai Backstreet Boys e alle Spice Girls. I miei ascolti continuano ad essere principalmente internazionali, ultimamente mi sono aperto con attenzione al repertorio italiano, ho approfondito la conoscenza di Lucio Dalla, Francesco De Gregori e Lucio Battisti, che prima conoscevo sommariamente. E’ stato parecchio stimolante.
“Milano parla piano”, un’affermazione o una richiesta?
Venendo da Roma non considero Milano una città chiassosa, la vedo molto attiva e irrequieta, c’è sempre da fare, la gente và molto di fretta. Nella fattispecie della canzone è una specie di richiesta, dove chiedo di rallentare un attimo, per concentrarmi su una cosa importante da fare.
Quali sono le principali differenze che riscontri tra queste due città?
Milano è più piccola, si gira tranquillamente a piedi, rispetto a Roma le distanza sono completamente diverse. Ho scoperto una comodità cittadina che non conoscevo, che mi ha stimolato ad essere più produttivo, perché se vai a “mashuppare” la pigrizia romana e la frenesia milanese, viene fuori una persona normale (sorride, ndr).
Cosa ti manca di Roma e cosa ti piace di Milano?
Di Roma mi mancano quei tramonti magici, arancioni e rosa, col Cupolone che spunta in lontananza. A Milano mi trovo bene, si vive tranquillamente. Sei mai stato alle poste a Roma? Un macello, ci passi una giornata, tra un cliente e l’altro accadono un sacco di cose, mentre qui i ritmi sono decisamente più serrati. Magari Bologna è una via di mezzo (ride, ndr), non lo so, non ne ho idea.