A tu per tu con il giovane cantautore bresciano Ytam, al suo debutto discografico con l’album “Drama Compilation”
E’ disponibile dallo scorso 3 giugno “Drama Compilation” il progetto che segna l’esordio discografico di Matteo Marino, alias Ytam, artista classe ’97 che abbiamo il piacere di ospitare tra le nostra pagine. Approfondiamo la sua conoscenza.
“Drama Compilation”: da quali riflessioni sei partito e a quali conclusioni sei arrivato durante la composizione di questo album?
Quando ho iniziato a scrivere questo disco non avrei mai immaginato quanto le cose sarebbero cambiate in un anno e mezzo. Uno dei temi che sicuramente mi ha accompagnato durante la sua composizione è il rapporto che abbiamo con noi stessi e quello che abbiamo con le persone che ci stanno attorno, nel bene e nel male. Drama Compilation è un mix di canzoni che regaleresti a qualcuno di importante o da ascoltare quando sei da solo in macchina nel bel mezzo della notte e non sai dove stai andando, è un disco che parla di buio e luce, voglia di vivere, segreti e di emozioni.
C’è un qualche filo conduttore narrativo che, secondo te, lega le sette tracce in scaletta?
In realtà non credo ci sia un vero e proprio filo conduttore che lega la scaletta. Gli elementi ricorrenti in tutti i pezzi del disco alla fine sono le emozioni, ognuna raccontata attraverso un sound e una storia diversi. “Drama Compilation” è un concentrato di esperienze e sentimenti che mi hanno accompagnato fino ad ora.
A livello musicale, che tipo di lavoro c’è stato in studio dietro la ricerca del sound?
Quasi tutti i brani sono nati da delle demo che ho iniziato a registrare nella mia camera. Il giusto sound è poi arrivato insieme a Giorgio Pesenti (okgiorgio) il mio produttore, passo dopo passo abbiamo iniziato a costruire tutto. L’EP è, letteralmente, cresciuto insieme a me perché durante tutto il tempo di scrittura i pezzi hanno cambiato volto tantissime volte prima di raggiungere la loro forma finale. Sono legato ad ogni brano, ognuno di loro ha un proprio carattere, un proprio sound ed è un mondo a sé stante.
Che ruolo gioca la musica nel tuo quotidiano?
La musica è il luogo in cui mi rifugio quando ho bisogno di staccarmi un po’ dalla realtà o, banalmente, per mettere in parole ciò che sento dentro di me. In base al mio umore cambia il modo di ascoltarla e scrivere di musica, riflette perfettamente quello che è il mio stato d’animo, ciò che sto vivendo in un momento particolare. È un processo che avviene in modo del tutto naturale, soprattutto la scrittura, non me ne rendo conto. Ci rincorriamo, a volte sono io che cerco la musica e altre volte è lei che cerca me. Le canzoni prendono vita così.
Quali ascolti hanno accompagnato e influenzato la tua crescita?
Questa è una di quelle domande a cui ho sempre difficoltà nel rispondere. Sin da piccolo ho ascoltato davvero tantissimi artisti di generi e periodi più disparati, non saprei da dove cominciare ma ci provo! Michael Jackson, i Queen e Prince hanno sicuramente accompagnato e ispirato la mia musica, a livello internazionale. Lucio Battisti invece, come artista italiano, rimane uno dei più importanti e significativi per me.
Per concludere, a chi si rivolge la tua musica e a chi ti piacerebbe arrivare in futuro?
La mia musica si rivolge a tutti, davvero, senza nessun limite o barriera. Quello che mi interessa davvero è riuscire a far emozionare attraverso i versi, il sound o la mia voce e far sì che le persone riescano ad immedesimarsi nelle mie canzoni e trovare la propria chiave di lettura. Potrà suonare scontato ma mi piacerebbe, con il tempo, riuscire ad arrivare ad un pubblico sempre più vasto.